Sandro Bagno nasce a Torino nel 1964, da anni vive in Veneto, dove hanno luogo le sue origini.
Sposato con Silvia, con la quale condivide la passione per l’arte, ha un figlio, Paolo.
Si avvicina alla fotografia poco più che ventenne, quando comincia a percorrere i primi rudimentali passi nel linguaggio fotografico.
Predilige ritrarre la realtà quotidiana, la contemporaneità.
Nei suoi viaggi curiosa tra la cultura e la storia e raccoglie questi “tesori di conoscenza” facendosi contaminare dalle culture anglosassoni. Resta profondamente legato all’Irlanda, dove trova una seconda casa, specialmente sulla costa atlantica, vivendo Galway e le sue tradizioni.
Ma è con l’avvento del digitale ed il ritorno alla terra delle sue origini che decide di creare un nuovo archivio, quello analogico di negativi e stampe si è perduto nel suo girovagare.
Incontra il Foto Club Adria, dove inizia un proficuo periodo di acquisizione di linguaggi fotografici e preziosi informazioni per colmare le lacune di una passione “naturale”, priva di tecnicismi.
Nel 2017, è tra i fondatori di FOCUS - Circolo Fotografico e un nuovo percorso inizia, nuove contaminazioni intellettuali lo portano ad un livello più profondo nell'attività fotografica.
Significative, poi, sono le esperienze di incontro con alcuni fotografi professionisti: Guido Harari, all’interno di un workshop dedicato alla fotografia di musica, quella ruvida e sporca dei concerti live.
Altrettanto significativo è l’incontro con Gianni Berengo Gardin e Denis Curti alla Casa dei Tre Oci di Venezia, dove propone un portfolio di immagini, le quali iniziano ad avere un personale segno distintivo ovvero l’attenzione sempre maggiore a quella contemporaneità che tanto lo attrae dal punto di vista della trasformazione della società e della registrazione del tempo in cui si vive.
Partecipa ancora alla lettura portfolio organizzata da Tau Visual (l’Associazione Nazionale dei Fotografi Professionisti), con Marco Bravi a Verona, ricevendo nuovi input sulla post produzione.
Ancora Venezia e questa volta con Oliviero Toscani per un incontro sulla comunicazione nella fotografia, a Verona con Sara Munari per una lettura portfolio.
Si considera un “voyeur” del nostro tempo, trovando costante ispirazione in una città dove culture diverse sono sempre state a confronto, senza mai perdere la propria identità, la “sua” Venezia.
Ed è proprio Venezia, così magnetica, segna l’incontro con Nicola Bustreo, socio del Circolo Fotografico La Gondola, che lo porta ad avere un punto fermo comune, il culto per Paolo Monti, uno dei padri fondatori della fotografia in Italia; da qui un fortissimo confronto tra i due in una ricerca mai esaurita.
Viene selezionato per VillàPhotoFestival entrando nei 18 autori che "si raccontano con la fotografia".
Sempre Venezia, e ancora la Giudecca, lo vede vicino ad un artista energico e nello stesso tempo riflessivo e introspettivo, come Manuel Carrion, con il quale condivide e registra le performance dell’artista ecuadoregno e ne viene talmente coinvolto che Carrion stesso lo vuole con sé per una mostra personale a Gradisca d’Isonzo (Gorizia) nel percorso “La barca di Venezia per…”.
Impegnato costantemente in idee e progetti nuovi, cerca sempre “il coraggio di fare click!” tentando di dare un perché ad ogni rettangolo di mondo preso e intrappolato, ieri sul negativo, oggi sul sensore della sua macchina fotografica, con la quale cattura per sempre preziosi “spazi di tempo”.
Sposato con Silvia, con la quale condivide la passione per l’arte, ha un figlio, Paolo.
Si avvicina alla fotografia poco più che ventenne, quando comincia a percorrere i primi rudimentali passi nel linguaggio fotografico.
Predilige ritrarre la realtà quotidiana, la contemporaneità.
Nei suoi viaggi curiosa tra la cultura e la storia e raccoglie questi “tesori di conoscenza” facendosi contaminare dalle culture anglosassoni. Resta profondamente legato all’Irlanda, dove trova una seconda casa, specialmente sulla costa atlantica, vivendo Galway e le sue tradizioni.
Ma è con l’avvento del digitale ed il ritorno alla terra delle sue origini che decide di creare un nuovo archivio, quello analogico di negativi e stampe si è perduto nel suo girovagare.
Incontra il Foto Club Adria, dove inizia un proficuo periodo di acquisizione di linguaggi fotografici e preziosi informazioni per colmare le lacune di una passione “naturale”, priva di tecnicismi.
Nel 2017, è tra i fondatori di FOCUS - Circolo Fotografico e un nuovo percorso inizia, nuove contaminazioni intellettuali lo portano ad un livello più profondo nell'attività fotografica.
Significative, poi, sono le esperienze di incontro con alcuni fotografi professionisti: Guido Harari, all’interno di un workshop dedicato alla fotografia di musica, quella ruvida e sporca dei concerti live.
Altrettanto significativo è l’incontro con Gianni Berengo Gardin e Denis Curti alla Casa dei Tre Oci di Venezia, dove propone un portfolio di immagini, le quali iniziano ad avere un personale segno distintivo ovvero l’attenzione sempre maggiore a quella contemporaneità che tanto lo attrae dal punto di vista della trasformazione della società e della registrazione del tempo in cui si vive.
Partecipa ancora alla lettura portfolio organizzata da Tau Visual (l’Associazione Nazionale dei Fotografi Professionisti), con Marco Bravi a Verona, ricevendo nuovi input sulla post produzione.
Ancora Venezia e questa volta con Oliviero Toscani per un incontro sulla comunicazione nella fotografia, a Verona con Sara Munari per una lettura portfolio.
Si considera un “voyeur” del nostro tempo, trovando costante ispirazione in una città dove culture diverse sono sempre state a confronto, senza mai perdere la propria identità, la “sua” Venezia.
Ed è proprio Venezia, così magnetica, segna l’incontro con Nicola Bustreo, socio del Circolo Fotografico La Gondola, che lo porta ad avere un punto fermo comune, il culto per Paolo Monti, uno dei padri fondatori della fotografia in Italia; da qui un fortissimo confronto tra i due in una ricerca mai esaurita.
Viene selezionato per VillàPhotoFestival entrando nei 18 autori che "si raccontano con la fotografia".
Sempre Venezia, e ancora la Giudecca, lo vede vicino ad un artista energico e nello stesso tempo riflessivo e introspettivo, come Manuel Carrion, con il quale condivide e registra le performance dell’artista ecuadoregno e ne viene talmente coinvolto che Carrion stesso lo vuole con sé per una mostra personale a Gradisca d’Isonzo (Gorizia) nel percorso “La barca di Venezia per…”.
Impegnato costantemente in idee e progetti nuovi, cerca sempre “il coraggio di fare click!” tentando di dare un perché ad ogni rettangolo di mondo preso e intrappolato, ieri sul negativo, oggi sul sensore della sua macchina fotografica, con la quale cattura per sempre preziosi “spazi di tempo”.